Diario in stile di Lahiri parte 6

Ho finito la mia tese. Questa vittoria mi ha fatto sentire felice, tranquilla, sollevata. Ho realizzato il progetto di cui dal primo anno dell'università avevo paura. 

Ricordo il primo anno. Non ero ancora una studentessa Schreyer, però facevo i corsi che mi aiuterebbero unire alla facoltà l'anno dopo. Dato che tutti i miei amici erano studenti Schreyer, mi sentivo come una straniera, una falsa che cercava di unirsi ai gruppi a cui non mi appartenevo. Me sentivo inferiore mentre cercavo il gruppo di amici che tutti vogliamo avere. Un gruppo di amici. Ne volevo uno, e non sono mai riuscita a trovarmene uno, però ho trovato qualcosa che forse durerà più tempo: la traduzione.

Lahiri amava la lingua italiana. E' In altre parole una storia d'amore in cui il soggetto d'amore è la propria lingua? Penso di sì. Nel mio caso, la mia esperienza a Penn State è stato anche una storia d'amore. La traduzione, invece, è il mio amante. Non sapevo questo primo anno che sarebbe così, che l'amore, la passione che cercavo, era questo processo difficile. 

Infatti, volevo diventare un'interprete negli ospedali. Volevo difendere i pazienti negli Stati Uniti che non sapevano come parlare l'inglese. Pensavo che fosse l'unico modo di servire al pubblico con le mie capacità e forze linguistiche. Come potrei aiutare qualcuno se l'unico che sapevo come fare era parlare? Non studiavo la psicologia, non mi interessava, e non facevo altro che memorizzare grammatica e vocabolari. 

Un semestre, però, ho seguito un corso di traduzione. La traduzione giornalistica e tecnica non mi piacevano così tanto, ma la traduzione dei racconti mi colpiva. Doveva essere ovvio, dovevo vedere che la traduzione sarebbe perfetto per me. Dopotutto, frequentavo un liceo che mi insegnava a scrivere e approfondire la mia creatività. La traduzione è il bambino delle mie due passioni: la letteratura (leggere, scrivere, analizzare) e le lingue straniere (comunicare, costruire rapporti). 

Quindi, la mia tese comprende una traduzione fatta da me, un'analisi del testo originale, il contesto storico e attuale, una discussione breve dei teorici di traduzione su "lo stile del traduttore," e la spiegazione delle mie decisioni. 

Con l'aiuto di Sarah Townsend, è stato possibile. Ma anche questo corso mi ha aiutato a sviluppare le idee principali del progetto. Mi chiedevo della etica della traduzione che tratta di temi sensibili. Pensavo, "posso fare cambiamenti per occultare le tracce della lingua di partenza?" Le conversazioni che ho avuto con la professoressa Sherry mi hanno aiutato a equilibrare questi argomenti. 

Allora, la prossima domanda è: come il mio progetto personale, la tese, mi aiuterà a realizzare le traduzioni dei testi che ho scelto per il mio progetto finale?

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