Diario in stile Lahiri Parte 10
Mi piacerebbe dedicare questa voce sul diario alla sezione del libro di Lahiri titolata "L'imperfetto" in cui rifletta sulla sua incapacità di parlare perfettamente la lingua italiana. Elenca tante cose che la confondono della lingua: le preposizioni, l'uso dell'articolo, parole simili e soprattuto, l'uso dell'imperfetto. Lahiri si identifica con l'imperfetto perché lei stessa è imperfetta, perché "un senso d'imperfezione ha segnato la mia vita" (la pagina 85). Si sente la mancanza di una lingua con cui si può identificare. Finisce questa sezione dicendo che sentirsi imperfetta è sentirsi viva. Pretendo scrivere su questi tre aspetti meravigli dell'imperfezione nella traduzione: non esiste una traduzione perfetta, l'imperfetto in italiano si traduce in una marea di manieri e una traduzione "imperfetta" è un'opera d'arte fatta da un traduttore. 1. La traduzione è una arte e una scienza. Questo vuole dire che non ...